Ora svizzera 09:58, Venerdì
12.04.2002
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Autostop organizzato
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La postazione di Carlos: un sostituto ufficiale
del pollice per fare l'autostop (foto:
carl-los.ch)
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Il 12
aprile parte nell’altipiano bernese il progetto "Carlos", un
progetto innovativo di mobilità che vuole integrare traffico
privato e trasporti pubblici periferici. |
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La
chiamano già l’era della “traffico individuale pubblico”. Un
termine contrastante per un traguardo nobile: calibrare il
traffico e migliorare la mobilità collettiva dove i mezzi
pubblici scarseggiano. E il progetto propone un cambiamento di
paradigma radicale: non si combatte più il traffico privato,
lo si integra nella pianificazione viaria.
“Sono le
statistiche che ci hanno fatto sviluppare il concetto: su
alcune strade principali intorno a Burgdorf si contano fino a
10'000 automobili al giorno con una media di 1,1 persone a
bordo. Sono lì i posti vuoti che mancano alla mobilità
pubblica”, esclama Martin Wälti ingegnere e promotore.
Il progetto è stato denominato “Carlos”, ma non c’è
niente di iberico nella composizione linguistica. A metà fra
inglese e tedesco, il termine indica semplicemente l’essere
“senza automobile” (car-los).
“L’idea è nata dalla
necessità di migliorare la qualità dei trasporti pubblici
nella regione tra Berna e Soletta”, spiega l’esperto . Ma
invece di limitarsi ad un’ottimizzazione delle coincidenze e
delle tratte - nella regione in cui la dispersione degli
insediamenti rende difficile un servizio efficiente e continuo
oltre che economicamente sostenibile – si è arrivati, in due
anni di pianificazione, a proporre una sorta di
istituzionalizzazione dell’autostop.
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Un’idea semplice, ma
geniale
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In
alcune località selezionate del canton Berna vengono
attualmente istallate delle colonne segnaletiche al bordo
della strada. Chi si vuol spostare, ma non dispone di
un’automobile o vuole rinunciarvi, ma non si trova in
prossimità di una linea di mezzi pubblici, raggiunge la
postazione e introduce due franchi.
Sul pannello
comandi sceglie la destinazione desiderata che compare
direttamente in grande sulla tavola luminosa in alto, ben in
vista per tutti gli automobilisti in transito. Si abbandona
così il classico pollice dell’autostoppista, a favore di una
maggiore chiarezza informativa. Poi si ritira lo scontrino
rilasciato da “Carlos”.
Gli automobilisti in transito
possono immediatamente sapere se la destinazione indicata
corrisponde al traguardo dell’aspirante passeggero. Il sistema
prevede anche una piccola ricompensa per il generoso
conducente che si ferma. Questo riceve infatti dall’ospite lo
scontrino del valore di un franco. Gli scontrini raccolti
possono essere commutati in buoni Reka, validi alle stazioni
di servizio per fare il pieno o per comprare dei biglietti del
treno.
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Sotto osservazione
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Il
progetto si basa chiaramente sulla disponibilità dei nuovi
“partner” di mobilità: chi utilizza l’automobile e chi non ce
l’ha, ma vuole spostarsi. “Un sondaggio ci ha rivelato
un’ampia disponibilità a condividere il posto in macchina”,
comunica il responsabile Wälti. “Anzi molti sono coscienti di
utilizzare male i mezzi privati, sedendo da soli al volante”.
“Inoltre per la fiducia reciproca sono state montate
delle telecamere, così sia l’automobilista che il passeggero
sono identificabili. Questo evita la necessità di iscrizione o
di abbonamento al servizio, aprendo a tutti gli utenti della
strada la possibilità di condividere la macchina ed evitando
delle pastoie burocratiche che hanno fatto fallire altrove dei
progetti di car-sharing”.
Il piccolo obolo diviso tra
Carlos e l’automobilista, è simbolico, “ma sottolinea la
serietà dell’impresa”. Ricordano i responsabili. Non a caso il
progetto pilota è sostenuto tra l’altro dalla società
regionale dei trasporti pubblici RM, dalla Confederazione e
dal cantone.
Adesso è partita la comunicazione. Tutti
nella zona dovranno conoscere l’esistenza e il significato
delle colonne di Carlos e affezionarsi all’idea. Poi un
monitoraggio scientifico ne valuterà costantemente
l’efficacia. Ben tre università, quelle elvetiche di Berna e
Zurigo e quella tedesca di Wuppertal, seguono l’esperimento
ecologico e sociale passo per passo.
Daniele
Papacella
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11.04.2002 - 11:37
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